Strategia e Brand
A ottobre del 2020 ho deciso di impegnarmi di più nel comunicare chi sono e cosa faccio. Nella mia professione, il passaparola ha sempre funzionato e a mio parere rimane lo strumento più efficace per acquisire nuovi clienti, tuttavia rafforzarlo con una brand identity studiata e curata può portare benefici significativi, soprattutto, nel mio caso, quando si tratta di validare un parere espresso a voce.
Perciò ho deciso di investire in un sito web e di sviluppare una mia identità di brand insieme professionale e personale, pianificando il lavoro
Ci si potrebbe chiedere perché adottare un approccio strutturato alla creazione di una brand identity destinata a rappresentare non un’azienda ma un professionista che tutto sommato lavora da solo e al massimo è parte di un network di altri professionisti specializzati.
Per me la risposta è duplice. La prima ragione sta nel valore del fare le cose per bene: dotarsi di un metodo per riuscire a veicolare la propria identità in un simbolo grafico è probabilmente il miglior punto di partenza per riuscire al meglio nell’intento. La seconda ragione è più personale: volevo vivere in prima persona un’esperienza i cui insegnamenti avrei potuto trasferire ai miei clienti in futuro.
Da ultimo – ma non ultimo, perché il caso esiste ma quando l’occasione è fortunata va colta senza indugio – il mio amico ed ex collega per 10 anni Alessandro Iorio, altrimenti noto come Stilographico, mi ha proposto di sviluppare una brand identity personale.

Prima tappa: la brand strategy
Lo sviluppo di una brand identity non nasce nel momento in cui un grafico si mette a lavorare. Nasce – o dovrebbe nascere – molto prima, con un percorso strategico finalizzato a concretizzare l’anima, il nucleo pulsante dell’azienda, l’identità profonda che la rende diversa da tutte le altre.
Il percorso strategico dovrebbe prendere le mosse da alcune domande, semplici da formulare ma alle quali spesso è davvero difficile rispondere. Per esempio: come mi descriverei dal punto di vista professionale? quali sono i principi che regolano il mio modo di lavorare (la cultura aziendale)? in quali valori credo al punto da non limitarmi soltanto a dichiararli – a far quello sono buoni tutti… – ma che sono in grado di applicare concretamente nel lavoro quotidiano?
E poi anche: con quali clienti lavoro bene? com’è la relazione che ho costruito con loro? in che modo posso essere loro utile? e come voglio che tutto ciò cambi nel futuro? quale impressione voglio che abbiano di me?
Esistono molteplici teorie, modelli e metodologie per la creazione di una brand strategy, dal Brand Identity Prism di Jean-Noel Kapferer alle Dimensions of Brand Personality di David A. Aaker per citare due autori tra i più noti. Ciascuna di esse offre un punto di vista unico su un universo vasto e sfaccettato, difficile da definire con contorni netti.
Probabilmente però una stella polare per disegnare una rotta c’è, ed è la consapevolezza che la vera identità di brand la costruiscono i nostri clienti attraverso tutte le circostanze in cui entrano in contatto, direttamente o indirettamente, con noi. Noi non abbiamo il controllo sulla percezione che i clienti hanno di noi: possiamo al massimo influenzarla.
Bisogna perciò sapersi dare qualche risposta per poter avere una prima idea da fornire a chi avrà il compito di tradurre il nostro brand in un segno grafico in grado di raccontarci efficacemente.

Seconda tappa: il progetto grafico
Il progetto grafico della brand identity non è dunque il punto di partenza: semmai è la tappa conclusiva del percorso.
Un grafico esperto sa infatti di aver bisogno di una quantità significativa di informazioni sul brand del suo cliente per poterle veicolare in un logo che lo rappresenti appieno. In loro mancanza, sarà soltanto la sua idea di quel brand a prendere il sopravvento o, peggio, un disegno “di maniera” scarsamente distintivo e probabilmente molto standard.
Per raccogliere tutte queste informazioni, un grafico professionale ti chiede del tempo per generare insieme un brief che conterrà, in sintesi, le linee guida per il suo lavoro. Questo è quello che ha fatto Alessandro: il resto lo lascio raccontare a lui direttamente sul suo sito web.